L’Aglio di Caraglio, l’oro bianco del paese, è una delizia per il palato che rinasce da un sogno, quello di riappropriarsi di spazi e di tempi che la vita di oggi, con i suoi ritmi frenetici, allontana da noi.
La coltivazione dell’Aglio a Caraglio era confinata negli orti famigliari, nelle vigne della zona della collina del Castello e altre zone limitrofi. La produzione in eccesso veniva venduta nei mercati contadini di un tempo. Purtroppo le vigne, che nel passato avvolgevano tutta la collina e gran parte della pianura ai suoi piedi, per varie cause come il benessere e l’emigrazione dei contadini verso le fabbriche (redditi più sicuri e stabili) nonché per le difficoltà logistiche di coltivazione date dalla localizzazione dei terreni in luoghi difficili ,vennero abbandonate, divelte e lasciate alla mercé della natura.
Fino a circa dieci anni fa, dell’Aglio di Caraglio ,veniva ricordata solo più una conosciutissima filastrocca popolare che veniva rivolta, con ironia, verso questo paese e i suoi abitanti:
a Caraj l’an piantà ij aj,
l’an nen bagnaj
e ij aj son secaj
(a Caraglio hanno piantato l’aglio, non lo hanno bagnato e l’aglio è seccato)
Un altro vecchio detto caragliese molto comune e che, indirettamente, testimonia radici antiche e conosciute dell’aglio in zona è l’indicare, in dialetto, la giovane età di una persona:
Giov ma ‘n aj
(giovane come un aglio)
A Caraglio, all’imbocco della Valle Grana, in una terra che da secoli conosce il lavoro paziente dell’uomo è rinata una gemma del nostro territorio. L’Aglio di Caraglio, ovvero “Aj ‘d Caraj”, delicato e profumato, gustoso, ma non invasivo, ingrediente indispensabile in tanti piatti della tradizione, una volta conosciuto non lo si abbandona più!
L’Aglio di Caraglio dei produttori del Consorzio viene coltivato secondo le regole stabilite da un rigido disciplinare che di fatto vieta l’utilizzo della “chimica” sia nella concimazione che nella lotta a parassiti e infestanti. L’obbiettivo è quello di ottenere un prodotto “pulito” senza residui di trattamenti.
I prodotti della rotazione agraria:
- Patata Piatlina
- Grano Barbariato
- Lenticchie
- Grano Saraceno
- Mais Pignolet
- Mais ottofile
La coltivazione dell’Aglio di Caraglio è regolata da un disciplinare approvato dall’assemblea dei soci che impone una coltivazione in armonia con l’ambiente, senza diserbo chimico, limitata nei confini territoriali di Caraglio e una lavorazione rispettosa delle tradizioni. I produttori, entrando a fare parte del Consorzio, accettano e applicano questo disciplinare ed il Consorzio stesso ne osserva il corretto adempimento anche attraverso analisi a campione sul prodotto, durante le fasi della coltivazione, lavorazione e commercializzazione.
Dove trovarlo:
- Azienda Agricola Alciati Chiara in via Dante Livio Bianco 24 a Caraglio
- Azienda Agricola Biologica Armando Ornella in via Bernezzo 133 a Caraglio
- Azienda Agricola Ferrero Ornella in via Bottonasco 31 a Caraglio
- Cascina Morre Massimo in Via Rittanolo 28 a Caraglio
- Cascina Rosa in Località Bottonasco 28 a Caraglio
- Fattoria dell’Aglio in Via Macagno 22 a Caraglio
Fonti:
- www.rivistadiagraria.org
- “Analisi della filiera dell’aglio di Caraglio” a cura della dott.ssa Chiara Alciati
- immagini tratte da Aglio di Caraglio