Su di essa sono rappresentate le “grazie divine” del Pantheon greco figlie di Zeus e di Eurinome: Aglaia, l’ornamento ovvero lo splendore, Eufrosine, la gioia o la letizia e Talia, la pienezza ovvero la prosperità e portatrice di fiori, le tre belle fanciulle abbracciate tra loro simboleggiano la bellezza e l’armonia.
Lo scultore A. Gussoni nel 1875 volle così raffigurare una ragazza vergine, una donna in cinta con il braccio ed il posato sul ventre materno, come per proteggere la nuova creatura ed una ragazza madre con un bambino che solleva le braccia verso di lei.
Il pensiero dell’artista era quello di suggerire i tre stadi della femminilità, mentre il vecchio parroco di Caraglio protestava non poco per i seni nudi di una delle tre grazie posti proprio al centro del paese e vicini al sagrato d’ingresso della sua Chiesa parrocchiale Maria Vergine Assunta.
Fonte
- “Fontane e lavatoi del cuneese tra storia e architettura” di Adriano Restifo