Il complesso monumentale de Il Filatoio di Caraglio è la “fabbrica da seta” più antica d’Europa e rappresenta un caso unico nel contesto produttivo del Piemonte seicentesco. E’ giunto fino ai giorni nostri conservando pressoché intatte le forme originali, venne edificato in soli due anni a partire dal 1676. Ma l’impianto non si conforma ai modelli costruttivi tipici degli edifici industriali di quel periodo, ha l’aspetto di una dimora storica fortificata.
Costruito intorno a tre cortili (di cui l’ultimo rimase incompiuto), l’edificio riuniva in un unico complesso gli appartamenti tecnici e i locali del setificio con i quartieri residenziali. Gli elementi estetici di cui venne dotato avevano lo scopo di sottolineare la funzione abitativa e la condizione sociale del proprietario.
E’ l’aspetto di un palazzo o di una dimora fortificata quello che si presenta all’osservatore esterno, mentre il carattere industriale dell’edificio è ben celato dietro alle torri cilindriche, alla facciata monumentale ed alle decorazioni.
Il nucleo tardo-seicentesco, sviluppato intorno al primo cortile, è caratterizzato dalla presenza di cinque torri circolari poste agli angoli della struttura; in origine ve ne era una sesta che però è andata distrutta a causa di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale.
Il complesso era circondato da un muro di cinta, che presentava altrettante torri agli angoli, anch’esse circolari, ma più basse. Di queste torri ne rimane ancora la testimonianza di tre, quella che sorgeva in corrispondenza dello spigolo nord-occidentale è andata distrutta, mentre quella posta sullo spigolo sud- orientale è stata inglobata all’interno delle casa coloniche costruite nel 1750.
Il portale di ingresso sulla facciata, fiancheggiato da due colonne a bugnatto, porta direttamente al primo cortile interno, di forma quasi quadrata.
Sul cortile si affacciano i locali residenziali (disposti nelle due maniche parallele alla strada e in quella longitudinale di nord-ovest), sia agli ambienti riservati alla torcitura della seta (situati nella manica longitudinale di sud-est). Le stanze che si trovano al primo piano nella manica che da sulla strada sono coperte da volte lunettate decorate ad affresco. E’ probabile che le decorazioni (in questo caso a stucco), che compaiono anche nel grande salone situato nella manica trasversale che separa i due cortili, siano state inserite in un secondo periodo, in seguito all’acquisizione del titolo nobiliare da parte del Galleani nei primi anni del settecento.
Gli appartamenti si concentrano principalmente nella manica nord-occidentale, dotata, al piano terra, anche delle cucine, delle dispense e di un accesso alla strada indipendente. Gli appartamenti situati al primo piano sono coperti da volte a padiglione lunettate e decorate. Al secondo piano, nei locali di facciata, vi erano gli alloggi della servitù, mentre i sottotetti erano adibiti a granaio ed all’allevamento del baco.
Nella manica di sud-est si compivano i processi di torcitura della seta: organizzata su quattro livelli, nei locali del piano terra anche denominati “baratroni“, coperti da volte a botte, avevano sede le ruote idrauliche in legno a cassetti che trasmettevano il moto superiormente nel “torcitoio“, ovvero ai mulini da seta disposti su due livelli intermedi ed alle macchine per le lavorazioni ausiliarie collocate all’ultimo piano, nel locale denominato “incannatoio“.
Essenziale per il funzionamento dei mulini, l’acqua della Fonte di Celleri che venne convogliata al filatoio tramite la costruzione di un canale in marmo rialzato che sfruttava il dislivello tra la sorgente e la fabbrica. Nella seconda metà dell’Ottocento il canale in marmo venne sostituito da uno in muratura, di cui rimane ancora una porzione all’altezza del terzo cortile.
Le facciate che delimitano il cortile recano labili tracce delle cornici decorate a “trompe l’oeil” che contornavano le finestre. Anche questi apparati decorativi risalgono ai primi anni del Settecento.
Dal primo cortile si accede al secondo cortile, di dimensioni maggiori, tramite un passo carraio, situato assialmente al passo carraio d’ingresso. I corpi di fabbrica che circondano il secondo cortile vennero probabilmente costruiti nella seconda metà del Settecento, per sostituire le tettoie in cui avvenivano i processi di trattatura. Anche la filanda, situata nella grande manica trasversale che separa il secondo ed il terzo cortile, è stata edificata in questo periodo: al piano terra suddiviso in due navate e coperto da volte a crociera a tutto sesto, era situato il deposito dei bozzoli ed al primo piano il grande salone, dove erano collocati i “fornelletti” per la trattatura dei bozzoli. Nella manica sud-est al piano terra si trovavano i magazzini, al primo piano un appartamento ed al secondo piano un granaio. Nella manica di nord-ovest si trovavano al piano terra i locali del “tinaggio“, dove veniva prodotto il vino ed ai due piani rispettivamente i locali per la cernita dei bozzoli e per l’essicazione naturale.
Le due maniche che delimitano il terzo cortile in origine ospitavano le stalle per i cavalli, le botteghe del falegname, del fabbro e la ghiacciaia. In tempi recenti sono state trasformate in ambienti abitativi, anche se la struttura originaria non è stata significativamente modificata.