Palazzo Marchetti

Il palazzo, appartenuto alla famiglia Marchetti, è situato nel centro del paese di Caraglio, attuale via centrale del paese, era conosciuto e veniva anche comunemente chiamato dalla gente del posto “del fucile” proprio per la sua tipica forma in pianta (è infatti ben visibile dal piazzale panoramico del Santuario della Madonna del Castello e si può ben individuare il suo singolare disegno del calcio e della canna del fucile).

Per quasi due secoli, fu la residenza dei signori Marchetti, una ricca famiglia borghese di Saluzzo che (come molte altre dell’epoca) riuscì nel 18° secolo ad acquisire il titolo nobiliare di “Conti di Montestrutto”. Il palazzo nasce a duplice scopo: residenza dei Marchetti e opificio per la fabbricazione della seta (come è possibile notare dai lavori effettuati nelle cantine del palazzo). Solo a metà Settecento la fabbrica di seta viene dismessa e il palazzo adibito a residenza privata.

A metà dell’Ottocento i Marchetti o Conti di Montestrutto vendettero il palazzo che, dopo un passaggio intermedio, divenne di proprietà dei Garin di Cocconato, un’antica famiglia nobiliare che lo usò per circa quarant’anni come residenza estiva.

Agli inizi degli anni ’20 i Garin di Cocconato lo cedettero e dopo alcuni passaggi il palazzo venne smembrato: la porzione ovest (quella più stretta la cosiddetta “canna del fucile” attualmente occupata dalla banca) fu ceduta ai signori Lonigo, una famiglia di emigranti rientrata dalla California, che fece ritorno a Caraglio dopo la II Guerra Mondiale.

I Lonigo mantennero la proprietà del fabbricato fino agli inizi del 2000; la porzione est (quella più larga a forma trapezoidale) fu ceduta ai signori Migliore, anch’essi emigranti, ma in Argentina; i proprietari si insediarono stabilmente, frazionando a loro volta il fabbricato in più unità immobiliari, di cui alcune furono vendute.

E’ fabbricato si presenta come il tipico palazzo industriale risalente presumibilmente ai primi anni del settecento, con il prospetto principale, rivolto su via Roma, è semplice e lineare, con le aperture simmetriche, serramenti e persiane in legno. Il lato verso il cortile è arricchito da lunghi balconi che si prospettano su di un ampio cortile.

La “canna”, con l’antistante area scoperta a sud (un tempo parco del palazzo nobiliare) rimase per fortuna di un’unica proprietà, ma con il tempo andò progressivamente in degrado a causa della scarsa manutenzione. Alcuni locali a piano terreno furono concessi in locazione per l’esercizio di attività commerciali, mentre i locali del primo e del secondo piano rimasero inutilizzati per molti anni.
Al giorno d’oggi il Palazzo è stato acquistato dalla BCC – Banca di Caraglio, la quale lo ha integralmente restaurato ed eletto a propria sede sociale

Di notevole pregio sono:

  • il portale a lato, posto in affaccio su via Gioberti, una volta utilizzato come ingresso al giardino della corte del palazzo, ora semplice elemento decorativo della piazza attualmente anche sede centrale della prestigiosa BCC – Banca di Caraglio. Un fastoso portale dell’altezza di circa 8 metri e largo 5 metri e serviva da ingresso e d’ornamento all’aristocratico palazzo degli allora Conti Garin di Cocconato. Di origine settecentesca, il portale è tutto in pietra grezza ed è fiancheggiato da due paraste ornate di fasce orizzontali e sormontate da capitelli toscani. Queste paraste ornate di scie, o lesene che racchiudono il portone propriamente detto, sosetngono un classico cornicione richiamante la fastosa architettura del Cagnola. Il fregio è ornato oltre che dai triglifi, da metope scolpite con dei teschi di bue di perfetta esecuzione. Tanto l’esecuzione, che la proporzione, sono di una perfezione rara. Il classico cornicione è poi sormontato da un timpano circolare a monta depressa e al di sopra tre grosse pigne scolpite in pietra e sorrette da basi che ne completano l’insieme. E’ poi raccordato da due grandiose volute che lo collegano al muro di cinta dell’allora vasto parco prospiciente il palazzo. La tradizione vorrebbe che questo meraviglioso portale provenga dalle Valle Stura (probabilmente dallo smantellamento del Forte di Vinadio o da quello di Demonte). Comunque sia è magnificamente ambientato al luogo e denota nell’autore un valoroso artista e conoscitore della nostra classica cultura architettonica.
  • l’ingresso centrale posto su via Roma era anche la porta di ingresso alla cappella, incorniciato da due lesene che sostengono due capitelli di ordine ionico, sormontati da due trabeazioni dominate da un frontone triangolare in stile classico con al centro i fregi della famiglia proprietaria del palazzo. Sopra la doppia porta d’ingresso, una grande oculo ogivale e decorato con inferiate in ferro battuto, illumina l’ingresso. La porta è incorniciato da un elemento decorativo a forma di croce, terminante sulla parte superiore con dei riccioli, che sostengono apparentemente l’occhio. Il campanile è un piccolo capolavoro del barocco, si scompone in tre parti, uno zoccolo, il corpo del campanile e il tetto. Lo zoccolo, basso, cede il posto al corpo della torre che è a tre facce simmetriche come un prisma regolare, un campanile di tipo triangolo equilatero da Châteauneuf-Villevielle. Siccome non è molto importante, la distribuzione del carico è stato costruito ed inserito nell’angolo di Palazzo. I suoi tre angoli sono smussati e decorati da un pilastro portante, una trabeazione con architrave ed una trabeazione a sostenere il tetto. Ogni lato ha una doppia apertura lobata. Su ogni lato, la trabeazione è arrotondata sopra le finestra. Il tetto è molto elaborato, ha gli angoli smussati e le pareti a vita bassa sui tre pilastri. Sopra la copertura si estende una croce che domina il tetto.
  • alcune stanze dei piani superiori con decorazioni ed affrescate

I locali restaurati del vecchio palazzo sono visitabili in occasione della Fiera d’Autunno, durante la quale organizza delle visite guidate a porte aperte, con un tour della parte storica.

 

Come ci si arriva (2 min. – 0,2 km)

Usciti dal B&B “Dolce Caraglio” si prende Via Roma, strada principale del paese e si prosegue in direzione Valle Grana per circa 150 mt, ovvero fino all’imbocco di Via Gioberti, sulla sinistra vi troverete la nuova e moderna Cittadella della BCC – Banca di Caraglio progettata dallo Studio Kuadra di Cuneo.

 

 

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