Si definisce Söfran – Zafferano di Caraglio e della Valle Grana lo zafferano ottenuto dagli stigmi del fiore Crocus sativus L., pianta tubero-bulbosa appartenente alla famiglia delle Iridacee.
Lo Zafferano, come attestano diverse fonti storiche, veniva già coltivato nel 1400 sulle colline del Marchesato di Saluzzo, territorio in cui , a quei tempi, era compreso anche Caraglio e la Valle Grana.
Tuttavia i richiami diretti e inconfutabili che attestano l’antica presenza produttiva, la commercializzazione e il riconoscimento dello “Zafferano di Caraglio e della Valle Grana” risalgono al 1870 quando, in occasione della “Prima esposizione agraria-industriale della provincia di Cuneo”, un cittadino caragliese portò in esposizione il suo zafferano. Lo Zafferano, nei tempi passati, conviveva con altre coltivazioni quali le “piante industriali” (in prevalenza per la tintura), ma anche viti e cereali e stando alle fonti storiche, veniva utilizzato in prevalenza come tintura e in taluni casi anche come valore di scambio di merci o come “moneta” per offerte. L’utilizzo come spezia per cucina era minore.
Il sistema di coltivazione e di essiccamento del “Söfran – Zafferano di Caraglio e della Valle Grana” adotta le pratiche colturali tradizionali del territorio della valle Grana e con deliberazione della Giunta Regionale è stato orgogliosamente riconosciuto P.A.T. Prodotto Agrotradizionale del Piemonte ed è stato inserito, dopo attenta valutazione, nel settore Piante officinali del Piemonte.
Nel mese di marzo 2015 si è costituito il Consorzio di Tutela, Promozione e Valorizzazione del Söfran – Zafferano di Caraglio e della Valle Grana.
Fonti:
- Söfran – lo zafferano di Caraglio e della Valle Grana
- Tipicità della Valle Grana
- Disciplinare Consorzio Tutela, Promozione, Valorizzazione del Söfran – Zafferano di Caraglio e della Valle Grana
- Individuazione dei prodotti agroalimentari tradizionali del Piemonte. Schede tecniche. D.G.R. n. 51-5680 del 16 aprile 2013. D.lgs n. 173/98, art. 8 e D.M. n. 350 dell’8 settembre 1999
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