Via Angelo Brofferio

Era la via centrale nella storica di Caraglio, dove si svolgeva la vita attiva della comunità e del paese.

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Lungo la via si trovava la sede dell’Antico Palazzo Comunale dove si proclamavano le sentenze e si dichiaravano al popolo le novità riguardanti la cittadinanza.

Di fronte ad esso si trova la “Finestra di Cecilia“, in cotto e di stile tardo gotico. La leggenda narra che nel 1198 Cecilia, moglie di Roldano, non volendo sottostare alla “Ius Primes Noctis” (diritto della prima notte di nozze) in voga ai tempi tra i signorotti, uccise il “dusu” che voleva usufruire di questo privilegio. Roldano capeggiò una rivolta, ma lui e i suoi dovettero scappare dall’ira dei parenti del signorotto locale e rifugiarsi su un altipiano posto nella terra di mezzo tra due fiumi, propaggine del tratto di alta pianura pedemontana di origine cataglaciale, profondamente scavata ed erosa nei millenni dal fiume Stura di Demonte e dal torrente Gesso, che, confluendo poco più a valle, hanno dato al “pizzo” la caratteristica conformazione che ha fornito l’ispirazione per la scelta del nome della città. Come Roldano, anche altri abitanti di quelle terre e  luoghi che allora erano sottoposti alla giurisdizione, non più riconosciuta, del Marchese di Saluzzo stanchi della tirannia dei signorotti locali decisero di esodare e così si dice che nacque la città di Cuneo.

Altra facciata di pregio e quella della Chiesa della Confraternita dell’Annunziata, chiesa che fu costruita alla fine del 1600, ma che poi già nel 1781 si trasferì nella Chiesa di San Giovanni Battista. Ottant’anni dopo, dal 1861, la chiesa di proprietà comunale, si trasformò e divenne Teatro Civico.